Visita guidata a Venosa: fortunati i partecipanti!

Foto e testo di Alessandra Gallotta

Visita guidata a Venosa – 15 giugno 2023
L’Italia è bella, ma la sua parte migliore, più ricca di storia e di sorprese, è il Sud. Lo
abbiamo riscontrato nella visita effettuata oggi a Venosa, la Venusia romana, uno dei
borghi più belli d’Italia, città natale del poeta Quinti Orazio Flacco. Prima dei Romani il
territorio era già abitato, come testimoniato dal Parco paleolitico di Notarchirico. Al nostro
arrivo siamo stati “ricevuti” da Antonio Vita, carissimo amico di sempre, e dalla guida,
Maria Minutiello, che si è rivelata essere profonda conoscitrice di storia e monumenti e
persona capace di tener deste la nostra attenzione e la nostra curiosità con la sua verve e il
suo modo di raccontare storia e aneddoti, notizie e vissuto di altre epoche con fluidità
espressiva e dovizia di particolari, legati anche alla sua storia personale: il che lascia
sottintendere amore per la sua bella città.
La visita è iniziata dalla Santissima Trinità, nel cui interno sono custodite le spoglie di
Roberto il Guiscardo, primo Principe normanno di Salerno, e dei suoi fratelli. Adiacente
alla SS. Trinità c’è il parco Archeologico, ben tenuto e ben restaurato, con resti di domus e
di terme di epoca romana.
Ci siamo poi inoltrati nel centro storico di Venosa, con uno sguardo alle case, ai palazzi,
all’antico lavatoio con un possente leone di pietra situato alla sua sommità, alla così detta
casa di Orazio fino a raggiungere la bella piazza che porta il suo nome, al cui centro è posta
la statua del poeta del carpe diem.
Portata a termine la prima parte “culturale” della giornata, bisognava affrontare la
seconda, quella concernente la possibilità di poter continuare la visita a Venosa senza
cedimenti “strutturali”: era il momento di rimettersi in forze con un buon pranzo, che fosse
all’altezza di quella mezza giornata così intensa ed interessante.
E così è stato. Alla spicciolata, con circospezione quasi, ci siamo recati al ristorante “Il
Baliaggio”, ubicato in una dimora d’epoca che aveva ospitato l’ordine dei Cavalieri di
Malta, a lungo presenti a Venosa. Siamo stati accolti con gentilezza e cortesia e serviti con
altrettanta gentilezza e cortesia. Abbiamo assaporato e gustato piatti tipici di Venosa,
cucinati e presentati in modo eccellente. Dalle porte aperte del Baliaggio ogni tanto un
alito di vento portava un buon profumo di ginestra, come buoni ed intensi erano quei
profumi che si sprigionavano dalle erbe spontanee e selvatiche del parco archeologico,
sovrastato dalle grida dei corvi che vivono tra le pietre incompiute della Trinità. Dopo
l’ottimo pranzo e il caloroso ringraziamento al personale del Baliaggio, visita al Castello e
al piccolo ma ben organizzato museo in esso ospitato. Tra le tantissime informazioni che
Maria ci ha trasmesso ci ha colpito questa in particolare: a Venosa vi sono le catacombe
ebraiche, terze in europa per dimensioni, che parlano di una presenza nutrita ed attiva di
una fiorente comunità ebraica, già ivi presente ai tempi dei Romani.
Abbiamo trascorso una giornata oserei dire perfetta, senza timore di smentite da parete
dei partecipanti, organizzata nei minimi particolari dalla nostra amica e socia Maria
Rosaria Cusati.
Al termine di essa, con un po’ di nostalgia nel cuore, abbiamo salutato l’amico Antonio e la
guida Maria Minutiello, con la promessa che Persano nel cuore ritornerà a Venosa perché
siamo convinti che la storia e la “cultura” sono state diffuse da quei popoli che hanno
saputo conservarle per farci ricordare e comprendere chi siamo e da dove veniamo. Alla
prossima.

Foto e testo di Alessandra Gallotta

Author: Fausto Bolinesi

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