Una tavola rotonda che ha acceso le speranze
Di Fausto Bolinesi
C’erano tutti: politici, o i loro rappresentanti, dei comuni interessati, della Provincia, della Regione e dello Stato. C’erano i rappresentanti di Enti e Associazioni di volontariato. Nei discorsi anche la volontà di valorizzare ancora di più Persano e il suo territorio e renderlo fruibile a un pubblico sempre più vasto perché, da ricchezza culturale, possa diventare anche ricchezza economica. Alle parole ora speriamo che seguano i fatti. Più di un relatore si è detto emozionato di trovarsi in quel luogo e in quel contesto. Figuriamoci noi che in quel luogo abbiamo avuto la fortuna di esserci nati e vissuti. Ma la nostra emozione era diversa: nasceva dalla consapevolezza, che speriamo non diventi illusione, che finalmente vengano unite le forze per realizzare quello che era lo scopo per il quale abbiamo dato vita, oltre un decennio fa, a “Persano nel Cuore”. In questi anni, come si può facilmente constatare visitando il nostro sito internet www.persanonelcuore.it , senza chiedere né ricevere alcun contributo economico da enti pubblici, abbiamo realizzato eventi e iniziative che avevano lo scopo di non fare spegnere la luce su Persano. L’abbiamo tenuta accesa e se oggi Persano, finalmente, è sotto i riflettori, ci si perdoni la presunzione di prenderci parte del merito. Naturalmente siamo grati a tutti i partecipanti a questo convegno e, per tutti, ad Alessandro Manna che con la sua Associazione ben strutturata può dare un contributo importantissimo per realizzare quelle che per il momento sono aspirazioni ma che speriamo possano divenire progetti realizzati. Tra questi, come ha ricordato il presidente Antonio Magrini nel suo intervento, una rievocazione storica sulla nascita della Razza persano, ovviamente da tenere a Persano; una riproposizione della transumanza con la quale ogni anno a inizio estate, fino al 1954, i butteri portavano i cavalli dai pascoli di Persano a quelli di Padula di Mandranello; la rappresentazione della festa della Marchiatura. Progetti che, al di là del coinvolgimento di associazioni ed enti locali, per la loro realizzazione necessitano della collaborazione fondamentale dei militari. Collaborazione che del resto non è mai mancata. Il padrone di casa, l’attuale custode del Palazzo reale, il Colonnello Enrico De Palo, ha tenuto a precisare che l’ordine di “aprire” il Palazzo a chi fa richiesta di visitarlo è venuto dall’alto, dai superiori. E’ vero, ma quella che abbiamo trovato, in lui e nei suoi predecessori, non è stata la conseguenza della semplice obbedienza a un comando, ma una disponibilità e una sensibilità che non possono essere che personali. Lo stesso vale per i collaboratori come il capitano Manuela Di Iorio e il luogotenente Ezio Chiaino. Cortesia, educazione, rispetto e professionalità che del resto abbiamo sempre trovato in tutto il personale addetto al controllo e alla sicurezza. In questa occasione c’è stato un particolare che ci ha particolarmente e piacevolmente sorpreso: è stato fatto trovare acceso il camino che c’è nella saletta di accoglienza adiacente ai saloni di rappresentanza. Siamo restati immobili per qualche secondo ad osservare quella fiamma, a godere del tepore emanato e del lieve odore della legna che bruciava e ci sono tornati alla mente i camini e le stufe a legna della nostra infanzia e della nostra adolescenza persanese. Quei camini e quelle stufe che, nei nostri ricordi, non si sono mai spenti.
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