Le immagini della cerimona di premiazione e il testo del racconto “La Transumanza” di Antonino Gallotta
Come preannunciato, il 22 settembre nell’Aula Multimediale del Comune di Roccadaspide, si è svolta la cerimonia di premiazione del nostro Presidente Antonino Gallotta classificatosi al terzo posto con “La Transumanza” al concorso “I luoghi del Cuore” indetto dal settimanale “Unico” e “Cilento Incoming riservato agli autori di un racconto inedito. La premiazione dell’autore è avvenuta in occasione della presentazione del libro di Cosmo Guazzo: “Progetto turistico del Cilento – I pregi di una lunga solitudine”
Pubblichiamo il racconto di Antonino Gallotta
La transumanza da Persano a Padula.
Già al tempo dei Borbone si praticava il trasferimento dei cavalli della Real Razza da Persano ai pascoli montani del Vallo di Diano. A 11 anni ho partecipato , con mio nonno Alfonso Tartaglia, alla transumanza del 1949 sino a Mandranello di Padula, di 110 km. Esperienza esaltante, insolita, unica che è rimasta dentro di me. Circa 100 erano gli effettivi , tra fattrici e puledri. La partenza avveniva il 1° giugno, alle 4,30 del mattino. Le cavalcature bardate passavano la notte al barchessone Ogliastri, mentre la mandria attendeva nei prati del Felitto. Il tragitto lungo i vialoni murattiani sino al Tempone di Serre era percorso con calma, con la saura Epa capo branco, a fianco dei butteri di testa Antonio Iorio e Matteo Califano. In coda Alfonso Tartaglia e Giuseppe Belmonte , mentre io stavo in dormiveglia sul carro bagagli, in attesa di dare il cambio a mio nonno. Al passaggio sventolìo di fazzoletti dalla gente dei campi, offerta di acqua fresca lungo la salita dello Scorzo, inseguimento di ragazzi lungo la strada sterrata che portava a Castelluccio Cosentino , ove, presso un grande stagno , si abbeveravano i cavalli. Qui montavo Bisba, la giumenta di mio nonno che mi doveva portare sino a Sala Consilina, senza soste intermedie. I saliscendi erano impegnativi e la mia cavalla, bene addestrata, si adeguava al roteare del mio uncino, come avevo visto fare ai butteri. A sera, nell’antica stazione di posta di Sala, al chiarore delle stelle, si consumavano i riti del riposo per uomini e cavalli. All’alba si riprendeva la via per Padula, sostando per pochi minuti presso la Certosa, prima di affrontare i tornanti di Mandrano. Alla sommità, davanti a un cancello chiuso, si parava la valle verdissima, ricca di 400 ettari di pascolo. In volata la mandria si lanciava verso i prati erbosi aromatici, mentre i butteri si sistemavano nell’antico casone attrezzato, con uso di cucina, camino e letti al piano superiore. Una grande pila forniva l’acqua per i cavalli, che diventava rossa quando essi mangiavano le fragoline insieme all’erba. A sera , intorno al camino,con la luce fioca del lume a petrolio, Giuseppe Belmonte raccontava le gesta dei giumentari suoi antenati, al servizio della Real Casa Borbonica dal 1770. Tra i tanti fatti ricordo bene quello di Pasquale , suo bisnonno, il primo capo massaro della Razza di Persano. Si ammalò sino a morirne nella transumanza del 1801 sui monti ell’Aresta, e nel casone, attuale Osservatorio Astronomico, ricevette le cure di due medici di S. Angelo a Fasanella, comandati dal Regio Amministratore del real Sito di Persano. Dopo anni ho rifatto in maccchina tutto il percorso. E’ tutto cambiato, anche gli odori delle campagne e e lo sguardo delle genti. Nello stridore degli eventi attuali, le ippovie potrebbero aiutare a sviluppare azioni positive evitando di ricadere nell’atavica sonnolenza, proponendo alle Amministrazioni più attente piani operativi funzionali alle nuove esigenze turistico culturali , rimettendo in campo anche radici storiche e tradizioni.
Antonino Gallotta
Il 13 settembre del 2010 la nostra Associazione ha organizzato una visita guidata alla Certosa di Padula e all’altopiano di Mandranello, meta della transumanza così bene descritta dall’autore del racconto.
Per rivedere quei luoghi ripercorrendo le orme dei butteri di Persano, clicca QUI
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.