26 giugno 2011: importante convegno nella storica Villa Farina a Baronissi
“L’Aristocrazia del Cavallo tra i Monti Picentini e la Piana del Sele” è il titolo dell’interessante convegno organizzato dalla nostra Associazione che si è tenuto domenica 26 giugno a Villa Farina a Baronissi. L’evento, già di per sé importante per l’autorevolezza dei relatori e la suggestione della sede, è stato nobilitato, è proprio il caso di dire, dalla ospitalità e dalla cortesia della padrona di casa, Paola Iannone Farina, a cui “Persano nel Cuore” ha voluto esprimere un grazie particolare documentato dalle immagini che seguono e che abbiamo pensato fosse giusto che aprissero la fotocronaca.
In occasione del convegno è stato aperto il grande cancello…
…attraverso il quale si accede al maestoso parco della Villa.
E’ stata data la possibilità ai convenuti di visitare i locali dove sono conservati gli antichi cimeli della famiglia.
Il locale in cui si è svolta la manifestazione un tempo era la stalla che ospitava i cavalli da parata.
Nell’introdurre il convegno Oreste Mottola, giornalista de “Il Mattino” e condirettore del settimanale “Unico”, ha ammesso un pizzico di emozione che gli davano il luogo e la presenza dei membri di una storica e nobile famiglia.
Invitata dal moderatore a prendere la parola, Paola Iannone Farina, perfetta “padrona di casa”, ha tratteggiato brevemente la storia della famiglia Farina prima di augurare buon lavoro ai relatori.
Antonino Gallotta, Presidente di “Persano nel Cuore” ha presentato e commentato il documentario di una rassegna nazionale degli stalloni che si è tenuta a Roma negli anni trenta nella quale erano presenti anche esemplari degli allevamenti della piana del Sele.
Un inconveniente tecnico dell’ultimo momento non ha permesso l’uso del videoproiettore, ma, anche in situazione di emergenza, i presenti hanno potuto seguire e apprezzare la proiezione integrata dal commento di Antonino Gallotta.
Molto appassionato l’intervento di Guglielmo Buonagiunto, Presidente Regionale dell’Associazione “Giacche Verdi”, che ha criticato con toni anche forti la nascita dell’Unità d’Italia…
…e si è lamentato per la miopia dei politici anche locali che hanno permesso che fosse disperso il grande patrimonio costituito dagli allevamenti esistenti nel nostro territorio.
Continuare a considerare il possesso del cavallo come indicatore di ricchezza, secondo Guglielmo Buonagiunto, oltre che falso, è sbagliato perché spinge i possessori di un cavallo a disfarsene con il risultato di impoverire sempre di più il nostro patrimonio ippico. Altro errore, secondo il rappresentante delle “Giacche Verdi”, è utilizzare il microchip, che sarebbe pericoloso per la salute del cavallo, in sostituzione della vecchia marchiatura.
Ha preso poi la parola Antonino Gallotta, profondo conoscitore del cavallo in genere e dei cavalli e allevatori del salernitano in particolare. Una conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, già si era avuta durante la proiezione del video, quando ha dimostrato di conoscere la genealogia di molti stalloni presentati alla rassegna di Roma.
Il Presidente di “Persano nel Cuore” ha comunicato che uno dei cinque puledrini nati da fattrici e stalloni della razza Governativa Persano tra fine maggio e primi di giugno a Olivella, località distante meno di un chilometro in linea d’aria da Persano, ha il mantello con una particolare caratteristica che era tipica ed esclusiva di un antico stallone Persano…
Ma anche senza questa ulteriore prova, l’ampia documentazione in suo possesso dimostra senza ombra di dubbio che i cavalli recuperati da Alduino Ventimiglia appartengono alla tipica e unica Razza Governativa Persano. Oltretutto, documentazione a parte, lui stesso, che a differenza dei coetanei dell’epoca ha trascorso la giovinezza più nelle scuderie che sul campo di calcio, conosceva bene i cavalli che furono trasferiti a Grosseto nel 1972.
La soddisfazione per la recente nascita del puledrino con il “marchio” genetico della Razza Governativa Persano, come descritto da Antonino Gallotta, non ha impedito ad Alduino Ventimiglia, che possiede circa ottanta esemplari di questa razza, di unirsi ai relatori che lo hanno preceduto nel denunciare l’incapacità o la non volontà della classe politica di proteggere il cavallo.
E’ incredibile come non siano stati adeguatamente tutelati allevamenti che hanno prodotto cavalli vincitori di olimpiadi e che l’Italia si procuri i cavalli per i propri corazzieri importandoli dall’Irlanda! Agli allevatori, almeno a quelli “storici”, Alduino Ventimiglia ha rimproverato il fatto di non aver conservato almeno uno o due cavalli: un po’ come in una famiglia si conservano e si tramandono i propri gioielli.
L’ultimo relatore a prendere la parola è stato Giuseppe Maresca, allevatore del Cavallo Napoletano e autore dell’eccezionale recupero di questa razza. Recupero chè è stato molto più difficile e laborioso di quello della Razza Governativa Persano. Ma ne valeva la pena perché il Cavallo Napoletano, come ha riferito lo stesso relatore, nella ideale scala mondiale di importanza, si colloca al secondo posto.
La relazione di Giseppe Maresca è stata apprezzata anche per la sobrietà con cui ha riassunto la storia del Cavallo Napoletano senza cadere nell’enfasi e nell’autocelebrazione che i risultati da lui raggiunti, dopo anni di lavoro e ricerca, avrebbero anche giustificato.
Concluso il convegno, ai relatori e al moderatore è stata donata la medaglia di “Persano nel Cuore”: un omaggio modestissimo, ma di grande valore simbolico perché fatto veramente col cuore e che, proprio per questo, non viene donata a tutti.
Le ultime immagini si riferiscono al buffet, preparato con signorile eleganza e degno dell’affascinante ambiente in cui è stato allestito, offerto da Paola Iannone Farina alla quale va ancora il nostro grazie per la sua generosa ospitalità.
Fine
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