Il 19 novembre alle ore 18 nella ex Chiesa di S. Lorenzo a Eboli convegno su Aldo Gallotta, Docente all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, prematuramente scomparso nel 1997
“…quieta e gentile personalità; ricercatore paziente, preciso e competente, fu sempre schivo e defilato da quelle esteriorità e da quegli esibizionismi che spesso si accompagnano al conseguimento della cattedra“. Con queste parole lo hanno ricordato, nel lontano 1997, i colleghi della Società per gli Studi sul Medio Oriente su una loro pubblicazione. Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo concordiamo appieno con questo ritratto. Aldo, che per noi era un mito e che i nostri genitori ci additavano continuamente come esempio, era veramente una persona educata, gentile, che non alzava mai la voce, forse schiva, ma non introversa né musona. Era anzi divertente e dotato di quella sottile ironia che è figlia dell’intelligenza. E Aldo intelligente e colto lo era davvero, tanto da non farlo pesare nei rapporti con gli altri. Insomma una persona perbene, un persanese eccellente che intendiamo ricordare e far conoscere a quanti ne hanno solo sentito parlare con questo convegno che non vuole essere assolutamente una commemorazione, ma una sera di festa. Come lo sono tutte le occasioni in cui si ritrovano i persanesi…
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Abbiamo ricevuto il seguente messaggio che pubblichiamo molto volentieri
“La parentela nasce dal destino e qualche volta favorisce la comprensione, lasciando fiorire gli affetti: ma con zio Aldo il legame del sentimento e dell’affinità ideale ha superato di mille volte quello parentale. Zio per caso, maestro per scelta: devo tanto a te: tutta la mia cultura, la mia passione per le lettere e i popoli, per me al primo posto come per te che me l’hai insegnata. Non dovevi lasciarci zio, immaginiamo che ci sia ancora e ci continui ad amare come sempre. (Rosella, da Belluno )
Ci è stato inviato anche un secondo messaggio:
Per Aldo
Aldo, un caro figlio di Persano, troppo presto ci ha lasciato. Ogni anno, il giorno del mio compleanno (con lui condivido il giorno della nascita, il 17 di luglio), mi viene un nodo alla gola a pensare che una persona così giovane, così speciale, così rara, non ci sia più. Era, è mio cugino, figlio di Cosimina Tartaglia e Giovanni Gallotta, che pure fu sottratto alla vita nel pieno della sua attività e dei suoi affetti. Era un uomo dotato di fascino, alto e gentile: doni preziosi, che aveva accresciuto con una brillante carriera all’Università: che emozione vedere Aldo, giovanissimo, tra i suoi colleghi professori, con il “tocco”, a ricevere il Presidente della Repubblica Francese Mitterand all’Università di Napoli! Tanti sono i suoi meriti accademici, e non basterebbe un libro ad elencarli, ma ora mi piace ricordare Aldo nell’ambito familiare, come si rapportava con i sui cari. A tutti non ha mai fatto pesare la sua importanza, la sua classe; e , in casa, quando studiava, magari nell’allegra confusione, era sempre presente. Gli piaceva tanto rivedere le fotografie della famiglia, gli piaceva stare in famiglia. Adorava le sue ragazze, Ines, Gaia e Stefania. Ora tocca a noi , come lo abbiamo fatto in vita, continuare ad amarlo anche se non godiamo del suo sorriso e non ascoltiamo i suoi silenzi. Per sempre.
Marisa Terracciano
Dall’Ungheria ci è giunto questo messaggio:
In vista dell´incontro di Eboli, dedicato alla memoria di zio Aldo, aggiungo volentieri un piccolo contributo che spero potrá essere condiviso durante la manifestazione. Il mio ricordo é soprattutto legato a tutte le occasioni in cui ci vedevamo in famiglia per le feste, o per Natale quando numerosi eravamo soliti incontrarci per trascorrere una giornata insieme. Io come studente di scuola superiore prima e universitario poi, proprio allora chiedevo consigli a Zio Aldo, su come procedere. Infatti, quando studiavo all´ Orientale, sebbene avessi un po ´il timore di andarlo a disturbare , era lui che invece mi metteva a mio agio , ascoltava senza nessuna fretta, e spesso mi dava delle dritte molto utili, sempre in modo chiaro e preciso. Il suo carattere gentile e la sua personalitá ci manca ancora oggi dopo tanti anni. Ma grazie a lui posseggo una piccola fortuna: molte volte mi é capitato in Italia come all´estero di sentire “sai conoscevo un grande studioso in Italia all´Orientale e si chiamava come te, lo conoscevi?” La mia risposta , con un certo orgoglio malcelato, é sempre stata: sí, é mio zio Aldo.
Gianni Gallotta