Carlo di Borbone e le eredità Medici e Farnese
Testo di Alessandra Gallotta
Alessia De Santis ci consegna un libro interessante, non celebrativo, della figura di Carlo di Borbone, e apporta nuovi elementi di conoscenza del carattere e della sensibilità di questo Re che salì giovanissimo sul trono del Regno di Napoli. Egli ebbe a cuore il suo Regno, tanto da “creare modelli produttivi, che dovevano fungere da propulsori dell’emancipazione proficua del territorio”. Ma Carlo, consapevole anche che l’arte e la cultura dovevano camminare di pari passo con l’economia, “aveva saputo creare, a Napoli, la Bellezza, come l’avevano saputo fare i suoi antenati, i Medici e i Farnese, in tutta Italia”. La storia di Carlo di Borbone, erede dei Medici e dei Farnese, ha le sue radici nel Quattrocento e nel Cinquecento italiani. Una storia ricca di passioni e di intrighi, raccontando la quale si riesce a comprendere l’eredità morale di Carlo e l’amore per l’arte, che tanto deve al mecenatismo delle sue famiglie di origine. Arte non fine a se stessa, ma ambasciatrice di buon gusto e di eleganza, di ricchezza e di cultura, che, nel caso del Rinascimento Italiano, molto ha influenzato il mondo di quel tempo. Questo libro dimostra, rifacendo la storia dei musei italiani, che l’arte e i principali siti UNESCO italiani sono uniti da un’unica matrice che ci riporta alle grandi famiglie illuminate del Rinascimento della nostra penisola. Non a caso il libro si apre con questa frase: “Nel 1738, a Firenze fu emanato un editto: “l’emigrazione dei toscani verso Napoli fu vietata. Il granduca Francesco Stefano di Lorena provava così a fermare l’emorragia che stava dissanguando di forza vitale il dominio che era stato dei Medici. Molti lasciavano Firenze per accorrere alla corte Napoletana dell’ultimo erede delle grandi famiglie rinascimentali, quel Carlo di Borbone nelle cui vene scorreva, per parte di madre, sia il sangue dei Medici che quello dei Farnese.” Ed è interessante scoprire , continuando a leggere, il perché di questo spostamento dell’asse culturale del ‘700 verso Napoli, a soli 4 anni dall’insediamento sul trono di Carlo di Borbone.
Ho letto con voracità, salvo poi a ritornarci con curiosità, questo libro che Alessia De Santis consegna a coloro che hanno a cuore di conoscere la storia vera, quella che non esalta i vincitori, ma rende giustizia alla saggezza e alla lungimiranza di un sovrano illuminato che ha saputo fare grande un regno impoverito e immiserito da secoli di assoggettamento a conquistatori stranieri. Il libro si divide in tre parti, con 3 appendici e una ricca bibliografia, che dimostra quanto abbia ricercato e studiato l’autrice, per offrirci un testo intenso e interessante sapientemente “condensato” in solo 148 pagine. Nulla viene tralasciato e la forma, scorrevole e chiara, ci accattiva fin dalle prime pagine. Da Elisabetta Farnese, madre di Carlo, alle guerre di successione polacca, tra intrecci familiari per mantenere dinastie o crearne altre, si va delineando quel “filo sottile … che ha posto in relazione quelli che oggi sono musei come la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti a Firenze, la Galleria Corsini e i Musei Capitolini a Roma, tutti i siti borbonici a Napoli e dintorni.” E non manca, finalmente, la sottolineatura di come le donne, tra le quali Elisabetta Farnese e Maria Teresa d’Austria, hanno scritto parte della storia d’Europa.
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