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Il dono di Riccardo Iorio alla nostra sede
Testo, foto e video di Fausto Bolinesi
Con una cerimonia semplice, addirittura intima, come richiesto dagli stessi protagonisti, sabato dodici ottobre 2019, in occasione di una visita guidata al Palazzo reale di Persano, è stato donata alla nostra associazione una bellissima riproduzione di un famoso quadro del 1785 di Hackert conservato nel museo di Capodimonte a Napoli: “Ferdinando IV di Borbone caccia il cinghiale nella tenuta di Cassano”. Ne ha fatto dono Riccardo Iorio, venuto per l’occasione dal Molise, in memoria dei suoi nonni Donata Matassino e Vincenzo Iorio. Erano presenti anche gli altri cugini Cosimo Iorio, venuto da Roma, la sorella Donata, Wilma Onnembo con la figlia Paola Piras e Titti Falcone, figlia dell’altra cugina Mena Lopardi. Nel suo breve discorso, che è stato anche una piccola lezione d’arte nel descrivere il quadro, Riccardo ha sottolineato il legame che unisce i persanesi sparsi nel mondo a questo luogo magico che è Persano e ha ringraziato l’Associazione Persano nel Cuore per aver accettato il dono. Naturalmente siamo noi che ringraziamo Riccardo che con questo suo gesto non solo ha onorato la memoria dei suoi nonni, ma quella di tutti i persanesi che erano e restano i componenti di un’unica grande famiglia. Il suo, anzi ora il “nostro”, quadro fa bella mostra di sé su una parete della nostra sede che sembrava stesse lì apposta ad attenderlo e Riccardo potrà tornare a vederlo ogni qual volta vorrà. Noi ci auguriamo che possa capitare spesso, perché la nostra sede è la “casa” di quanti sentono forte il legame con i luoghi e le persone che hanno amato e ne onorano, come ha fatto Riccardo con il suo gesto, la memoria.
Hera Argiva è venuta a Persano…
Testo, foto e video di Fausto Bolinesi
La macchina del tempo non ci risulta sia stata ancora inventata, ma chi ieri sera 12 ottobre 2019 era a Persano ha avuto l’impressione di esserci salito. Ci ha pensato prima Nadia Parlante, la nostra dotta e colta amica, con la sua accattivante e piacevole narrazione, a far rivivere le giornate persanesi della corte borbonica per poi accompagnarci anche fisicamente in quegli ambienti ora aperti al pubblico in cui il re, la regina ed il loro seguito trascorrevano il “tempo della cacce”. I Cantori di San Lorenzo poi, con una intuizione scenica geniale di Filomena Sessa perfettamente realizzata nella sua ieratica solennità da Antonella Ceriello, ci hanno mostrato come dal culto di Hera Argiva sia giunti a quello della Madonna: la suggestione creata e l’emozione procurata dalla processione della dea verso la Cappella del palazzo reale ed il suo ingresso in questa per diventare Madonna non saranno facilmente dimenticate dai fortunati presenti, indipendentemente dalla loro fede, soprattutto da quanti sono nati o sono vissuti a lungo in un luogo, appunto Persano, che ha eletto sua patrona la Madonna delle Grazie. Suggestioni ed emozioni sono poi continuate nel salone di rappresentanza del Circolo ufficiali del Palazzo reale grazie alla fisarmonica del maestro Armando Rizzo, alle coreografie di Antonella Ceriello, al coro del maestro Alfonso Fiorelli e con i brani di Pirandello, Erminio, Liuccio, Scotellaro e di Alessandra Gallotta letti da Anna Bambino, Raffaele Sansone e Vincenzo Pietropinto. Grazie dunque ai Cantori di San Lorenzo, tra i cui componenti c’è anche un po’ di Persano, dal momento che ne fa parte, oltre al già citato Raffaele Sansone, nipote della medaglia d’argento al valore aeronautico Mario Sansone, Cecilia Carrozza, nipote del mitico Matteo Califano. Il merito di aver organizzato questa serata va ad Alessandra Gallotta che, oltre che autrice, ha anche curato la scelta dei testi. Naturalmente tutto è stato reso possibile, in aggiunta all’autorizzazione all’accesso al comprensorio militare del comandante, il colonnello Fausto Troisi, dalla cortese disponibilità del personale militare addetto alla sicurezza e al controllo e dalla fattiva collaborazione del sergente maggiore D’Argenio e del caporalmaggiore D’Andrea, oramai nostri “vecchi” amici. Ma se, in questo decimo anno di vita della nostra Associazione, possiamo trarre un bilancio più che positivo della nostra attività, lo dobbiamo a chi ha trasformato in autostrada la strada tracciata e aperta dal suo predecessore, il colonnello Carmine Ferrante. Ci riferiamo all’attuale comandante del Reggimento Logistico “Garibaldi” il colonnello Stefano Capriglione. Grazie a lui, alla sua sensibilità, al suo attaccamento oltre che alla patria, alla nostra terra con i suoi tesori, la sua storia e la sua cultura, siamo cresciuti e abbiamo realizzato eventi che hanno contribuito a valorizzare questo autentico tesoro che è Persano. Grazie a lui abbiamo la nostra sede proprio nel Palazzo reale, il che ci inorgoglisce perché lo vediamo come un premio al nostro impegno, alla nostra serietà, come un riconoscimento al nostro amore sincero e quindi disinteressato per questo luogo in cui molti di noi sono nati e hanno vissuto a lungo. Un luogo che amiamo e che difenderemo, nel nostro piccolo, da ogni tentativo di speculazione. Con soddisfazione constatiamo che la platea degli estimatori di Persano, e nostri, si allarga sempre di più e in particolare ci ha fatto piacere la presenza, oltre a quella oramai storica del nostro amico Vito Eliseo, di altri amici, cittadini e amministratori di Serre con i quali è prevedibile e auspicabile una proficua collaborazione. Intanto godiamoci le piacevoli emozioni di quest’ultima serata, ancora fresche come l’aria che a pieni polmoni abbiamo respirato, come facciamo sempre, mentre lentamente percorriamo in auto il viale che ci porta verso l’uscita dal comprensorio finché, oltrepassato il posto di controllo, non diamo l’arrivederci a Persano. Arrivederci, perché il nostro non è mai un addio.
Il tesoro della nostra amata terra
Testo e foto di Fausto Bolinesi
Persano nel Cuore mantiene le promesse. Come sempre. E come sempre organizza manifestazioni, eventi, convegni che i partecipanti, siano essi attori o spettatori, ricorderanno a lungo, se non per sempre. Sarà certamente anche il caso di sabato 12 ottobre, data in cui, mantenendo fede ad una promessa fatta in occasione della visita guidata al Palazzo reale di Persano lo scorso luglio, abbiamo programmato una seconda visita guidata per soddisfare le numerose richiesta di quanti non avevano potuto partecipare alla prima. E poiché si tratta di una occasione speciale, cioè la visita al cuore della nostra associazione, alla nostra casa, a un vero e proprio tesoro della nostra amata terra, non potevamo non abbinare alla visita uno spettacolo che sarà anche rappresentato nel mese di ottobre a Matera nell’ambito delle manifestazioni di Matera 2019 Capitale europea della cultura: “Amata terra mia”.
Come oramai sanno bene quanti hanno già partecipato agli eventi che abbiamo organizzato, per poter accedere al Palazzo reale occorre comunicare i nominativi dei partecipanti ed eventualmente il numero di targa dell’auto entro mercoledì 9 ottobre. Oltre che con un messaggio privato sul profilo facebook di Persano nel Cuore (https://www.facebook.com/persano.nelcuore ) si possono contattare anche i numeri di telefono o inviare una comunicazione e mail a:
Antonino Gallotta
tel. cell. 3894713227 email: gallottaantonio@libero.it
Fausto Bolinesi
tel. cell. 3358023849 email: fausto.bolinesi@gmail.com
Donata Iorio
tel. cell. 3282827088 email: iorio.donata@libero.it
Maria Rosaria Cusati
tel. cell. 3343037435 email: mrcusati@alive.it
Alessandra Gallotta
tel. cell. 3386019399 e mail: alesgal2001@alice.it
La nostra sede si arricchisce di un dipinto
In occasione della visita guidata al Palazzo Reale di Persano e del successivo spettacolo musicale il prossimo 12 ottobre, nella sede di “Persano nel Cuore” ubicata nello stesso Palazzo Reale, si svolgerà la cerimonia della donazione alla nostra associazione di una riproduzione di un quadro di Hackert da parte di Riccardo Iorio in memoria dei suoi nonni Donata Matassino e Vincenzo Iorio. A Riccardo il grazie sincero e sentito di tutti i soci per il suo gesto.
“Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone”, un interessante libro di Giovanni e Serena Pisano
VANVITELLI E HACKERT
a
PERSANO CON I BORBONE
GIOVANNI PISANO- SERENA PISANO
Stampato da HABITAT – Eboli – Maggio 2010
Testo di Alessandra Gallotta
Già dal primo capitolo: “Persano nella concezione illuminista”, in cui si citano : il teorico del razionalismo architettonico Marc-Antoine Laugier, autore, nel 1753 di un saggio sull’architettura, e Vincenzo Ruffo, altro architetto che oggi definiremmo “urbanista”,si capisce il taglio che gli autori, architetti, hanno dato al loro lavoro. Questo si compone di sette capitoli ed ognuno è uno studio completo e approfondito dell’argomento che tratta. Alla fine, infatti, di ognuno di essi, vengono elencate le foto, di cui il testo è ricco, la bibliografia essenziale, anch’essa molto ricca, le figure .Per tale motivo ci sembra giusto accennare brevemente ai contenuti dei sette capitoli di questa opera, che ha il pregio di svelarci i confini della tenuta di Persano, di molto superiori a quelli che conosciamo oggi e la minuziosa attenzione che veniva messa nella progettazione di strade, ponti e strutture. Carlo III fece subito intendere che voleva una corte fulgida e seguì le teorie che andavano diffondendosi e che proponevano l’immagine di una città intesa come un bosco attraversato da viali. Queste teorie furono applicate anche a Persano. Infatti, come scrivono gli autori, che hanno lavorato molto anche sulla cartografia borbonica, secondo la pianta disegnata dal Piana … “ abbiamo accertato che a Persano vi erano 110 km di strade intrecciate, perfettamente rettilinee, realizzate per l’uso della caccia…” Scrivono ancora, nelle Conclusioni al capitolo, che “…queste strade tagliavano il bosco secondo tante direzioni, in modo che ogni contrada fosse raggiungibile per esercitarvi la caccia. … queste strade interne alla tenuta, venivano utilizzate già prima del 1757 e sono state costruite secondo il sistema delle carrozzabili che collegavano Capua, Venafro e Persano alla capitale del regno….”. Auspicano, infine,che la strada scoperta per caso tra la Fontana della Regina e il vallone di Ciccarella sottana, parallela al Sele e situata nel bosco di Persano, venga almeno tutelata, ai sensi delle leggi n. 42 del 2004 e n. 58 del 1974. .
Il secondo capitolo ci porta ad Hackert, pittore di corte presso Ferdinando IV dal 1782 al 1799. Hackert accompagnava il Re anche nelle battute di caccia, quasi un fotografo con i pennelli, per documentare luoghi e avvenimenti. Numerose sono le tele che raffigurano Persano le cui foto sono presenti nel testo, e vengono analizzate per riconoscere i luoghi, i paesini sugli sfondi, per cancellare ogni dubbio che si tratti di Persano. Un lavoro notevole di ricerca e approfondimento. Tra tutte le opere di Hackert riferite a Persano, ci piace ricordare la più famosa e forse la più conosciuta: Il passaggio sul fiume Sele con la scafa, conservata nella Reggia di Caserta.
Il terzo capitolo fa riferimento a”Postiglione, territorio di caccia dei Borbone.” Il taglio particolare dato a questo testo dagli autori, lo si può apprezzare in questo capitolo, che evidenzia lo studio dettagliato delle piante topografiche e cartografiche del Vespariello e del Canneto, in Postiglione.
Questa attenzione alla cartografia si conferma nel quarto capitolo:” Persano nella cartografia dei Borbone.” Qui gli autori documentano con molta accuratezza gli aspetti “urbanistici” che i Borbone vollero dare al Feudo di Persano. Il che va a completare la conoscenza di quanto Persano abbia significato e di quanto sia stato importante in quel tempo, anche per l’economia dei nostri paesi. Numerose sono le foto che riportano le piante raffiguranti il territorio di Persano, del fiume Sele, del Palazzo Reale e del Bosco di Persano, a dimostrazione di quanto la cartografia fosse sviluppata nel Regno di Napoli.
In “Vanvitelli da Padula a Persano” il primo argomento – la scala nella storia dell’architettura- tratta uno studio sulla nascita e l’evoluzione della scala anulare o a chiocciola, che ritroviamo sia a Persano che a Padula come tra gli esempi più rappresentativi. Gli autori citano numerose scale di questo tipo, con il supporto di foto e disegni e riportano anche le tesi di alcuni studiosi che hanno parlato delle scale di Padula e Persano. Tra questi Roberto Pane esclude che quella di Padula sia opera del Vanvitelli in quanto, nelle numerose opere che lo riguardano, non si fa alcun riferimento a Padula e alla Certosa di San Lorenzo. La paternità delle tre scale di Persano, secondo l’Alisio, è da attribuire all’ingegnere Piana, mentre a Vanvitelli va il merito del restauro del Palazzo, che aveva presentato, già dalla costruzione, problemi di staticità.
“Le scafe in età napoleonica”. Il territorio di Persano era servito da quattro scafe. La prima, la Scafa di Persano, è quella raffigurata da Hackert. La seconda, Scafa di Calore, collegava Persano a quello che oggi chiamiamo Borgo Carillia. La terza, la Scafa del Barizzo, era in località Ponte Barizzo ed era importante per traffico di merci e viaggiatori, perché si apriva verso il Cilento. La quarta è quella sul Sele, nei pressi del ponte spagnolo. Ogni scafa era servita da una Casa della scafa. Visibile ancora oggi è la quella di Femmina morta. Le notizie storiche e le descrizioni tecniche sono dettagliate. Nel capitolo vengono descritti i criteri seguiti per la costruzione delle scafe, comprese le opere di ingegneria idraulica, come quella “dell’arginazione.” Corredano questo interessante capitolo le foto, le piante e alcune lettere attinenti all’argomento.
Il settimo e ultimo capitolo: “Vanvitelli e il ponte sul Sele” ci racconta una storia. Quella di un ponte, appunto, che esisteva già nel 1625 e che fu costruito dagli spagnoli. E prima, come si attraversava il Sele in quel punto? Un bufalo era impiegato al trasporto settimanale del corriere e del suo bagaglio, come scrive De Salis Marschiins raccontando il suo viaggio nel Regno di Napoli. Un epitaffio ricordava la costruzione del ponte fatta nel 1625. Questo ponte crollò il 20 dicembre 1757 in seguito a 16 giorni di pioggia continua, isolando Persano e Carlo III e la sua corte, che erano lì per la caccia. Fu chiamato l’architetto di Corte, Luigi Vanvitelli, che lavorò al nuovo ponte dal 1757 al 1763. Gli autori raccontano le varie fasi di costruzione, le decisioni del Vanvitelli, le scelte dei materiali da lui effettuate, le istruzioni dettagliate da affidare all’ingegnere Piana. Il capitolo è ricco di prospetti, di foto aeree, di progetti acquerellati, di piante, firmate dal Vanvitelli. Nelle conclusioni, poste alla fine del capitolo, si ricordano gli interventi di manutenzione effettuati dal Genio Civile dal 1832 al 1839 e nel 1880.”Vanvitelli progettò il ponte sul Sele nel periodo in cui in Europa iniziava la costruzione dei ponti in ferro. Con la pietra, già impegnata dagli spagnoli, realizzò dei piloni più efficaci e un’arcata più audace, conferendo così all’insieme armonia e omogeneità strutturale”… Così gli autori. Questo ponte lo attraversiamo ancora oggi. Si presenta a noi maestoso e placido, solido e resistente. Gli autori invitano chi di competenza a vigilare sul suo stato di salute, a liberare l’alveo dei fiumi da ciò che impedisce il normale deflusso delle acque.
Mi rendo conto che questa sintesi non riesce a rendere la validità e la compiutezza di questo lavoro che affianca, ad una veste grafica interessante, dei contenuti che contribuiscono a conoscere la storia di Persano da un altro punto di vista: quello di architetti che, attraverso la lettura delle pietre, lo studio di piante e prospetti, hanno dimostrato la complessità e l’importanza che Persano ha avuto in quel tempo in questo angolo di mondo.
Per Persano nel Cuore – Alessandra Gallotta –
Per gentile concessione degli autori, a cui va tutta la nostra gratitudine, Persano nel Cuore ha il privilegio e il piacere di mettere a disposizione di tutti i lettori, in formato PDF, il prezioso volume così bene recensito dalla nostra Alessandra Gallotta. Per motivi tecnici, e per rendere più agevole il download, abbiamo diviso il volume in quattro parti.
Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Prima parte)
Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Seconda parte)
Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Terza parte)
Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone (Quarta parte)
Tra il calar del sole e l’imbrunire nel magico Palazzo Reale di Persano
Testo e foto di Fausto Bolinesi
La locandina prometteva una magica serata in un magico palazzo e la promessa è stata mantenuta: chi era presente difficilmente dimenticherà le ore trascorse nel cortile del Palazzo reale di Persano, dal calare del sole all’imbrunire di questo sette luglio 2019. Cioè quando Nadia Parlante ha fatto rivivere i personaggi della corte borbonica a Persano con la sua magistrale narrazione e quando, alla luce e al profumo delle “citronelle”, l’arpa e la voce di Antonietta Di Sessa e la voce di Concetta Vermiglio accompagnate dal flauto di Sebastiano Cervo, dalle chitarre di Francesco Bolinesi, Carlo Antonio Burattini e dalla tammorra di Virgilio Mari hanno condotto i fortunati spettatori in un viaggio musicale dal sedicesimo al ventesimo secolo. A coordinare i due momenti della serata la bravissima Mariella Liguori che, oltre naturalmente che la nostra associazione, ha ringraziato chi ha permesso la realizzazione dell’evento, vale a dire il comandante del presidio militare, il colonnello Fausto Troisi e il comandante della caserma in cui è ubicato il Palazzo Reale, il colonnello Stefano Capriglione sostituito egregiamente nell’occasione dal tenente colonnello Fulvio Tarantini al quale vanno un plauso e un ringraziamento particolari, estesi ai suoi collaboratori, per aver dato la massima disponibilità e fornito tutta l’assistenza possibile, pure in presenza di un numero ridotto di personale. A dire il vero il successo della manifestazione, testimoniato da una così numerosa presenza di pubblico tra il quale, per iniziativa della nostra amica e socia Marilena Tiso, una nutrita rappresentanza del CSP di Agropoli giunta in pullman e guidata dal presidente Antonio Monzo, ci ha un po’ colti di sorpresa. Proprio perché consapevoli della carenza di personale militare, volevamo infatti creare un piccolo evento che permettesse a quanti si ritengono “persanesi”, nella impossibilità di poter assistere ad una Santa Messa, di poter salutare anche con una sola preghiera o la recita del rosario, la patrona di Persano, la Madonna delle Grazie. E in effetti questo è avvenuto, anche se l’aver trovato la cappella chiusa ci ha provocato un attimo di sbigottimento e di amarezza ampiamente ricompensata dal piacere quasi fisico di spalancare personalmente le sue porte quando i militari hanno fornito le chiavi. Sappiamo quanto forte sia la devozione o anche il solo legame affettivo tra i persanesi sparsi per il mondo e la loro patrona. Sappiamo anche che ci sono persanesi che non hanno potuto essere presenti per motivi di salute: non ce ne voglia chi c’era, ma nell’organizzare questa manifestazione abbiamo pensato soprattutto agli assenti… Dicevamo che il successo è stato tale da essere stati “costretti” a promettere la ripetizione della manifestazione in un’altra data per dare la possibilità di partecipare a chi non ha potuto farlo, o è stato scoraggiato da noi stessi quando ci siamo accorti che un numero troppo alto di spettatori avrebbe creato non poche difficoltà. Non è difficile prevedere che anche un secondo appuntamento vedrà una partecipazione numerosa perché molti vorranno tornare per rivivere quella magica atmosfera che solo Persano sa dare e che la stupenda voce di Concetta Vermiglio, l’arpa di Antonietta Di Sessa e il flauto, oseremmo dire mozartianamente magico, di Sebastiano Cervo hanno esaltato. Non citiamo negli elogi, che pure meritano, gli altri musicisti unicamente per non essere accusati di imparzialità nel giudizio dal momento che a vario titolo sono legati a noi. Ma che siano stati bravi lo dimostra il particolare che, per essere più fedeli alla musica proposta, hanno suonato in acustico, non ricorrendo alla amplificazione. E’ rischioso perché non c’è il supporto dell’elettronica a sopperire ad eventuali difetti e perché basta il normale brusio di un pubblico numeroso a disturbare anche una esecuzione perfetta. Ma noi eravamo certi che gli spettatori, rapiti dalla musica, avrebbero seguito in silenzio. Sapevamo che la magia del Palazzo Reale di Persano riesce a trasformare un pubblico numeroso in un grande pubblico.
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