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Gli amici di Torre del Greco in visita a Persano
Foto e testo di Fausto Bolinesi
Il cuore di Persano non ha mai smesso di battere, ma oggi, in questo 25 settembre meteorologicamente grigio e burocraticamente arancione per un’allerta meteo regionale, sembra battere con più vigore perché, dopo la lunga, interminabile, forzata pausa per l’epidemia Covid, la nostra Associazione ha potuto finalmente riprendere a mettere in pratica uno degli scopi per cui è nata: valorizzare e far conoscere il nostro patrimonio artistico e culturale. E lo ha fatto con la nostra Alessandra Gallotta che ha guidato un gruppo di Torre del Greco in un viaggio nel passato remoto e anche prossimo del Palazzo reale di Persano. Ringraziamo Salvatore Scarano, che aveva preso contatto con il nostro presidente onorario Antonino Gallotta per organizzare la visita, per averci dato questa opportunità. Il piacere di comunicare, di far conoscere la nostra storia, le nostre origini è ancora maggiore quando ci si accorge che chi ascolta lo fa con l’interesse che hanno dimostrato di avere i nostri, oramai amici, di Torre del Greco. E’stata una bella mattinata e anche la pioggia sembra averci rispettato perché si è presentata solo a visita conclusa. Visita, inutile sottolinearlo, resa possibile grazie alla disponibilità dei comandanti della caserma e del comprensorio di Persano, rispettivamente il colonnello De Matteis e il colonnello Gravante, e dell’impegno, cortese e professionale, del personale addetto alla sorveglianza e al controllo.
Persano, 2 luglio 2022: la sera del dì di festa…
Foto e testo di Fausto Bolinesi
Ci potranno essere anche cinquanta gradi all’ombra, ma il cortile del Palazzo reale di Persano non sarà mai un inferno. Semmai un paradiso, soprattutto quando risuonano tra le arcate del porticato, che funge da architettonica cassa di risonanza, le note dei violini del maestro Daniele Gibboni, di sua figlia Maria Stella e del pianoforte di Gerardina Letteriello, sua compagna di vita e di arte. L’esibizione del trio è stata preceduta dalla recita del Santo Rosario da parte della nostra Maria Rosaria Cusati, cui ha fatto seguito, come previsto, la celebrazione della Santa Messa officiata da Don Antonio Marino, cappellano di Persano. La funzione religiosa è stata resa ancora più suggestiva dalla “Corale di San Biagio” diretta da Don Antonio Dolores al quale vanno i nostri complimenti per la scelta dei brani e per come sono stati eseguiti. Un gradito momento di ristoro nei saloni di rappresentanza del Circolo Ufficiali ha diviso la parte religiosa della festa da quella, per così dire, civile. In questo caso artistica. Non è la prima volta che Daniele Gibboni, grande artista e padre di grandi talenti, oltre che gran bella persona, si rende disponibile per la nostra Associazione e temiamo che sarà “costretto” a farlo ancora in futuro anche perché, come documentiamo nelle immagini, gli è stato riconfermato lo status di socio onorario di “Persano nel Cuore”. Un successo, quello della “famiglia Gibboni”, annunciato, tanto che la stessa luna è sembrata assistere dall’alto di una torretta del palazzo. Graditissima la presenza del vicesindaco di Serre, Franco Turco e di Giuliano D’Angelo, presidente della locale Croce Rossa, e del sindaco di Altavilla Silentina Francesco Cembalo. Questa felice ripresa dell’attività, dopo due anni di forzata sosta dovuta alla nota pandemia, la si deve prima di tutto alla cortesia e alla disponibilità dei comandanti del comprensorio e del Reggimento Logistico Garibaldi, rispettivamente il colonnello Augusto Gravante e il colonnello Gianluca De Matteis coadiuvato dal luogotenente Ezio Chiaino. Il nostro grazie va a loro e a tutto il personale militare che, come sempre, con grande professionalità e cortesia, ha permesso che l’evento si realizzasse in tutta sicurezza. La Festa della Madonna delle Grazie è stata anche il “battesimo” del neo presidente della nostra associazione, Antonio Magrini, che nel suo discorso di benvenuto ha voluto ricordare anche lo storico presidente Antonino Gallotta, ora presidente onorario, che non ha potuto essere presente per causa di forza maggiore.
Ritorna la Festa della Madonna delle Grazie
Da Persano ad Auletta sulle tracce di Hackert
Da Persano ad Auletta sulle tracce di Hackert
Di Giovanni Pisano
Recentemente l’architetto Costabile Cerone ha pubblicato dei quaderni riguardanti le opere pittoriche del territorio di Paestum e di Persano. Uno di questi, J. P. Hackert – Paestum e Persano nel Regno di Napoli1 verte principalmente sull’opera del pittore tedesco Jacob Philipp Hackert (1737-1807), pittore di corte di Ferdinando IV di Borbone. Tra le opere pubblicate due hanno attratto la mia attenzione: Paesaggio vicino Persano, Vista sul Sele e sui Monti Alburni del 1788 (foto 1) e la Veduta di Auletta del 1795 (foto 4), ambedue di mano di Hackert.
La prima, olio su tela della Collezione privata Koller di Zurigo, ricalca altre opere dello stesso autore. Opere simili sono l’Inverno del ciclo delle quattro stagioni (Museo Nazionale Norimberga, foto 6), la Veduta di Persano del 1782 con il Casino Reale di Caccia di Persano (Palazzo Reale Caserta, foto 7), la veduta Presso Persano, (Biblioteca Albertina Vienna, foto 8). Queste quattro opere riprese dal Sito Reale di Persano e dalle rive del Sele, hanno in comune i Monti Alburni, che dominano il quadro.
Il Paesaggio vicino Persano, Vista sul Sele e sui Monti Alburni, olio su tela, del 1788, ritrae uno scorcio del Sele ricco di vegetazione fluviale, animato da personaggi e da mucche a riposo e al pascolo. Sullo sfondo i Monti Alburni, l’altura de’ Lo Scorzo e tra i due le nares lucane. A destra dell’altura de’ Lo Scorzo è visibile il centro abitato di Postiglione, a sinistra si scorge quello di Serre e in alto a sinistra molto probabilmente l’abitato di Buccino.
La seconda, la Veduta di Auletta del 1795, di Hackert, un’opera a matita, penna e lavaggio marrone, esposta nel Museo di Amburgo, è un’assoluta novità, mai pubblicata nei numerosi testi inerenti le opere del pittore. Nel libro pubblicato da Goethe, Ph. Hackert, Biographische Skizze, meis nach dessen zigene Aufsatzen entworfen, Schizzo Biografico, la maggior parte delineato dai suoi propri appunti, apparso nel 1811 presso l’editore Cotta di Tubingen, tra le mille opere di Hackert, al n.9 vi è quella denominata Ausicht von Auletta im Abnigreich Neapel, Veduta da Auletta nel Regno di Napoli che è appunto, la Veduta di Auletta, di cui alla foto 4. Per portarsi da Persano ad Auletta, che distano circa 41 km, il pittore avrà avuto una commissione dai proprietari del Castello, che reputava importante. La Strada regia, oggi Strada Statale 19 delle Calabrie, venne iniziata da Re Carlo, finita e commemorata da Ferdinando IV di Borbone nell’epitaffio del 1779 eretto in contrada Pagliarone di Serre. La strada ripercorre più o meno il tracciato dell’antica Regio-Capuam, voluta dal console romano Publio Popilio Lenate nel 132 a.C., che passa per il Ponte di Auletta. Il decreto (foto 2) pubblicato il 18 gennaio 1832 da Ferdinando II di Borbone recita: Sul corso postale delle Calabrie, e propriamente nel punto denominato Ponte di Auletta, sarà stabilita una nuova officina, nella quale i corrieri della regia posta dovranno consegnare e ricevere le valigie della corrispondenza tanto di arrivo, quanto di partenza della Basilicata. Una delle tappe importanti del viaggio da Napoli a Messina (foto 3) era Auletta, poichè il Ponte di Auletta era sede della nuova officina e regia posta da e per la Basilicata.
Hackert aveva 58 anni nel 1795, era molto famoso soprattutto in Italia e in Germania, aveva lavorato per committenti importanti e facoltosi e non solo presso Casa Reale dei Borbone. Lavorava soprattutto su commissione e si faceva pagare molto bene, infatti, per 3 quadri nel 1784 riceveva un compenso2 di 2.393 ducati, pari a circa 120.000€ di oggi.
La Veduta di Auletta rappresenta il Castello Marchesale, di proprietà della famiglia Maioli Castriota Scanderbeg, posto al centro di Auletta. Castriota Scanderberg era una nobile famiglia di origine albanese trasferitasi in Italia dopo che un suo personaggio si era distinto nella lotta contro i turchi nelle Puglie3. Non è una caso che la piazza principale di Tirana, ampia 4 ettari, è stata intitolata a Giorgio Castriota Scanderbeg (1405-1468).
Nella veduta di Hackert, il Castello è posto su una rupe alberata, raggiungibile da una via ripida e tortuosa, costeggiata da case modeste, forse ancora esistenti e animata da personaggi. Ai piedi della rupe vi è la chiesa San Nicola di Mira e nello spiazzo antistante dei personaggi e delle capre a riposo. E sullo sfondo domina la scena il monte Serra San Giacomo. La chiesa, costruita nel XIV secolo, fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1857 e fu restaurata nel decennio seguente, subì danni dal terremoto del 1980 e venne riaperta al pubblico nel 2001, in seguito a restauro conservativo. La chiesa di Hackert è una caratteristica chiesa di campagna, presenta la facciata principale con lineamenti simmetrici e semplici, con un portale squadrato, in testa un ovulo rotondo e sul timpano della facciata un arco con campana a mo’ di campanile, sistema usato per evitare la costruzione del campanile. Oggi, invece, presenta una facciata bucata dal portale centrale monumentale e da due portali laterali. Sulla parete longitudinale destra svetta un campanile a tre archi dello stesso tipo di quello originario. Non è possibile risalire dal quadro alle dimensioni reali della chiesa ma pare proprio che dopo il terremoto del 1857 sia stata ricostruita più alta e con una pianta più ampia.
La foto 5, ripresa quasi dallo stesso punto di vista, ove l’artista riprese la scena, non ci restituisce l’immagine disegnata da Hackert, poiché la crescita urbana ha modificato lo stato dei luoghi. Il Castello si vede in parte e la chiesa di San Nicola di Mira non è visibile. La veduta di Hackert è un documento storico, in quanto ci offre l’immagine originaria del Castello con la torre integra, mentre oggi vi è solo la parte basale e viene da chiedersi in quale epoca è crollata o è stata demolita? Il 16 dicembre 1857, alle 5 del mattino, violentissime scosse telluriche squassarono il napoletano. Da un atto inviato all’Intendente di Salerno, si viene a conoscenza che anche il palazzo marchesale subì gravi danni: “… ove si tenevano in fitto diversi locali per la conservazione de’ generi di privativa e per l’officina degli Impiegati, crollò4”. Quindi, la torre a pianta circolare, di poco più alta del Castello, certamente crollò a causa del terremoto del 1857.
Pur brevemente, è utile descrivere il contesto storico e artistico in cui vennero realizzate queste opere. Siamo nel periodo denominato Gran Tour, vedutismo, paesaggismo. La veduta è, in pittura, la rappresentazione, priva d’ogni enfatizzazione o distorsione storica, di una piazza, di una via, di uno scorcio particolarmente significativo; è l’immagine di una realtà riconoscibile e vivibile. Il massimo sviluppo di questo genere pittorico è avvenuto all’interno della grande corrente razionalista dell’Illuminismo, con il Romanticismo e i primi decenni dell’Ottocento ha poi esaurito la sua funzione storica. Ha avuto in Italia interpreti famosi come Canaletto, Luca Carlevarijs, Francesco Guardi, Antonio Joli, Michele Marieschi, Jacob Philipp Hackert, Hendrik Frans van Lint, Gaspar van Wittel. Proprio in Italia ebbe il suo naturale sviluppo, tanto da far dire ad Hackert: Solo nella bella Italia un paesaggista vive nel suo elemento.
Alla fine del Settecento gli inglesi sostennero quanto fosse importante visitare l’Italia, specialmente per gli artisti. Nata intorno alla metà del XVI secolo, la tradizione del Gran Tour abbraccia tutto il Settecento e metà dell’Ottocento. In questi secoli, si diffuse soprattutto presso i giovani nobili il costume di visitare le più illustri capitali d’Europa, sostandovi per studio e per diletto, frequentandovi la migliore società, ma non disdegnando di calarsi talvolta anche nella genuina realtà popolare. Tappa privilegiata era l’Italia, con le sue bellezze monumentali, la varietà del paesaggio naturale e la mitezza del suo clima mediterraneo. Questo clima accompagnò la nascita della famosa opera di Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia.
Quando nell’ultimo quarto del XVIII secolo Hackert giunse a Napoli, le condizioni della pittura di paesaggio, vivificate da numerose presenze straniere, erano in pieno rigoglio. Benché nato in Germania, Hackert, la cui arte conserverà indelebili i segni del suo originario naturalismo nordico, resta, nella storia della pittura di paesaggio, legato più alla storia della pittura di paesaggio italiana, e per essa alle scuole romana e napoletana, che non a quella tedesca.
Foto 1 – J. P. Hackert, Paesaggio vicino Persano, Vista sul Sele e sui Monti Alburni, 88,8×65,5 cm, 1788, Collezione privata Koller, Zurigo |
Foto 2 – Decreto di Ferdinando II di Borbone, 1832, 25×40 cm. Archivio Giovanni Pisano |
Foto 3 – Viaggio da Napoli a Messina, 1785 Archivio Nino Bassi |
HACKERT – Copia |
Foto 4 – J. P. Hackert, Veduta di Auletta, 69,8x47cm, 1795, Collezione disegni dell’Hamburger Kunsthalle, Museo di Amburgo |
Foto 5 – Veduta di Auletta, da via Santa Barbara, 2022 |
Foto 6 – J. P. Hackert, Inverno, Caccia nella riserva di Persano e vista sugli Alburni, 97,9×74,7 cm, 1784/85, Museo Nazionale Norimberga |
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Foto 7 – J. P. Hackert, Veduta di Persano, 47,5×70 cm, 1782, Palazzo Reale, Caserta |
Foto 8 – J. P. Hackert, Presso Persano, 51,3×65,5 cm, 1782, Biblioteca Albertina, Vienna |
Foto 9 – Ortofoto del centro abitato di Auletta Tratta dal Geoportale della Provincia di Salerno |
Le frecce indicano il Castello marchesale e la chiesa San Nicola di Mira |
Bibliografia:
- 1, Costabile Cerone, P. Hackert – Paestum e Persano nel Regno di Napoli, Paestum Arte, I Quaderni, 2022;
- 2, Johann Wolfgang Goethe, Philipp Hackert, la vita, Ed. E.S.I., Napoli, 1988, p.146;
- 3, Vittorio Gleijeses, Castelli in Campania, Ed. La Botteguccia, Napoli, 1993, p.179;
- 4, Giuseppe Barra, Auletta e i suoi signori, Ed. Poligraf Arti Grafiche, Salerno, 1993, p.54;
Serre, lì maggio 2022
arch. Giovanni Pisano
A Carditello presentati gli ultimi nati della Razza persano
Di Antonino Gallotta Foto di Maria Magrini
Ci tenevamo particolarmente a partecipare alla giornata dedicata alla presentazione dei puledri ultimi nati dell’allevamento del cavallo Persano, organizzata dal proprietario dr. Alduino di Ventimiglia Monteforte Lascaris, nella sede operativa locata nei saloni della Reggia di Carditello .
Sono apparsi evidenti i tratti fenotipici nei soggetti di due e tre anni che hanno animato la giornata primaverile, esaltando le qualità negli appiombi e nella corsa, lungo il prato antistante l ‘ antica reggia borbonica.
In evidenza i soggetti a mantello grigio, da sempre espressione di caratterizzazione della razza, provenienti dagli stalloni ultimi immessi nella mandria, scelti in base ai principi irrinunciabili del patrimonio genetico, attraverso la sintesi dell’osservazione e dello studio. Le stesse funzioni avvenivano a Persano e, forti della nostra memoria, abbiamo rivissuto i passaggi funzionali che ivi si esplicavano.
Cavalle al pascolo
Di Antonino Gallotta
“Vai, metti gli stivali di cuoio, monta Vangola e gira le puledre di tre anni che stanno in
fondo al parco”.
Era un’operazione che veniva fatta tutti i giorni. A sera rientravano nel capannone per
trascorre la notte. Franceschino Raso sapeva del mio desiderio di montare
a cavallo e aveva già provveduto a “vestire” Vangola, la cavalla di servizio veloce e sicura,
1\2 sangue inglese da Lautarus e Mangola.
Le puledre attendevano in fondo al parco, sotto gli alberi, ed erano impazienti di
lanciarsi al galoppo a coprire i duemila metri di distanza che le separavano dal grosso
padiglione, ove di solito trascorrevano la notte. Inoltre nel padiglione consumavano la
razione di biada (tre kg a testa) e 4 la balle di fieno sistemate nelle greppie in alto lungo la
filiera delle mangiatoie.
Velocemente riducevo di un altro punto la cinghia della sella di batteria e incitavo Vangola
lungo la discesa di Mena Nova verso il gruppo in attesa.
Le puledre, allineate testa-coda, attendevano il segnale per il rientro alla base.
La capo puledre Reziosa grigia da Tancredi e Leziosa, inarca le reni, scuote la coda,
lancia un nitrito e segnala la partenza alle compagne.
In ordine, in fila per due, percorrono a velocità sostenuta la distanza lungo la staccio-
nata, nel sentiero infilato tante volte al galoppo di volata.
Vangola risentiva dell’atmosfera da “corsa” e nonostante la trattenessi, si lanciava al
galoppo arrivando prima del gruppo al cancello d’ingresso.
Ringraziamo Antonino Gallotta, Presidente onorario di Persano nel Cuore che ci ha fatto ricordare, rivivere o solo immaginare una galoppata in quel magico posto che ci portiamo nel cuore.
La recondita armonia di Persano
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Antonio Magrini nuovo presidente di Persano nel Cuore
L’assemblea ordinaria dei soci del 4 dicembre 2021 indetta per il rinnovo delle cariche sociali, ha confermato il direttivo in carica il quale, in successiva riunione, ha eletto all’unanimità Antonio Magrini presidente e Antonino Gallotta, presidente uscente, Presidente onorario. L’attuale consiglio direttivo è così composto: Antonio Magrini presidente, Antonino Gallotta presidente onorario, Alessandra Gallotta segretaria, Fausto Bolinesi, Maria Rosara Cusati.
Ritorno a Persano
Di Fausto Bolinesi
Ci siamo, finalmente! Dopo oltre due anni. Ci torniamo con tutte le precauzioni che la situazione di pandemia richiede, ma con il vantaggio che in realtà noi già in epoca pre-Covid contingentavamo gli ingressi fornendo ai militari addetti al controllo l’elenco nominativo dei partecipanti e il numero di targa delle loro auto. Grazie alla loro professionalità e alla loro cortesia abbiamo organizzato e realizzato insieme, in perfetta collaborazione, eventi che hanno sempre avuto successo. Sarà così, ne siamo certi, anche il prossimo diciotto dicembre quando, grazie alla riconosciuta bravura dei nostri amici musicisti che già si sono esibiti in questo luogo magico, vivremo intense emozioni in una serata che sarà anche l’occasione per dare il nostro benvenuto al nuovo comandante del Reggimento logistico “Garibaldi”, il colonnello Gianluca De Matteis e di salutare il comandante del Presidio militare di Persano, il colonnello Fausto Troisi, senza la cui disponibilità e sensibilità non avremmo mai potuto realizzare quanto di buono siamo riusciti a fare fino ad oggi. Ci dispiace che, causa pandemia, siamo stati fermi due anni, proprio il periodo nel quale al comando del “Garibaldi” c’è stato il colonnello Fabio Nagni con il quale si era stabilito un rapporto di reciproca stima e simpatia e siamo certi che, se avesse potuto, avrebbe continuato nella strada aperta dai suoi predecessori che non possiamo dimenticare e che noi consideriamo presenti e seduti in prima fila ad ogni evento da noi organizzato: il colonnello, oggi generale, Carmine Ferrante e il colonnello Stefano Capriglione. Un contributo fondamentale alla riuscita delle manifestazioni lo hanno dato i sottufficiali Alberti, D’Andrea e D’Argenio, oltre che il luogotenente Ulturale, che ci sono stati vicini e con i quali si è instaurato anche un rapporto di amicizia, come ci sono i presupposti che si instaurino anche con il luogotenente Chiaino. Vorremmo comunque ringraziare a uno a uno tutti i militari impegnati nella sorveglianza negli eventi da noi organizzati, dagli addetti al controllo all’ingresso del comprensorio, a quelli all’ingresso del palazzo reale. Lo ammettiamo, il nostro è un grazie interessato perché sappiamo che sorvegliando Persano, il suo Palazzo reale è come se sorvegliassero la nostra casa. Anzi, il nostro cuore.
Ricordiamo che per accedere nel comprensorio, oltre a mettere in atto le altre misure di prevenzione, dovrà essere esibito il GREEN PASS CARTACEO. Per prenotarsi, comunicare entro il giorno 8 dicembre i nominativi dei partecipanti ed il numero di targa e tipo dell’autovettura ai seguenti numeri (anche con messaggio whattsapp) : 3343037435 (Maria Rosaria Cusati) e 3386019399 (Alessandra Gallotta).
In alternativa si può inviare una mail all’indirizzo della nostra associazione: persanonelcuore@gmail.com
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