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Corte borbonica e “Real Caccia” di Persano
Testo di Alessandra Gallotta
Tra i siti reali Borbonici, quello di Persano sta vivendo un momento felice di riscoperta e di interesse. L’approfondimento della sua storia sta mettendo in luce quanto sia stato fondamentale per l’economia di parte della piana del Sele per oltre due secoli.
Su Persano si è scritto poco. Mancava, infatti, uno studio approfondito e serio, scientifico che, fondandosi su documenti e testimonianze, ne facesse comprendere la sua importanza nel circuito dei siti Reali Borbonici. Con questo libro di Nadia Parlante si spalanca ai nostri occhi un mondo fatto di caccia, ma anche di funzioni amministrative, economiche,politiche
e culturali, come messo in evidenza nel sottotitolo.
Il testo si avvale della presentazione del professor Giuseppe Cirillo, un saggio nel saggio, con le cui parole apriamo questa recensione:
“Nel volume di Nadia Parlante emerge in modo evidente la funzione del sito Reale di Persano come “corte decentrata”. Intorno al rituale della caccia finiscono per concentrarsi tutta una serie di funzioni politiche e cerimoniali. Non sfugge il rapporto strettissimo che lega Persano alla valorizzazione di Paestum. E’ lo stesso rapporto che esiste tra Portici e la
scoperta di Ercolano. E’ in questo luogo,come emerge dalla ricerca dell’autrice, che si legano i diversi rituali dei Borbone: cavalcate ed allevamento di cavalli purosangue per l’esercito e per l’aristocrazia, i rituali effimeri,il nuovo interesse per le antichità, il rituale del Gran Tour. A fare da collante, la presenza della corte, di funzionari, di uno stuolo di
artisti – con il giungere di Mengs, Hackert, Tischbein, Kauffmann, Vigèe-Lebrun – che proprio tra Persano e Paestum immortalavano il paesaggio pittoresco ed il vedutismo che avrebbe aperto la strada al preromanticismo.”. Nadia Parlante sapeva, come spiega nell’introduzione al testo, che scrivere su Persano sarebbe stato un impegno lungo e complesso. Lavorava a Torino, allora, e iniziò questa sua opera avvalendosi delle fonti degli archivi piemontesi. Ha esaminato, poi, l’immenso
carteggio tra Carlo III e il reggente Tanucci, che le ha permesso di recuperare, attraverso le vicende quotidiane narrate dai due protagonisti, atti, dati e documenti conservati negli immensi e precisi archivi borbonici. Il testo che ha pubblicato non è solo il resoconto storico e scientifico che dimostra l’importanza strategica e culturale di un sito. In esso vi si
trovano aneddoti e sfumature, storie di vita quotidiana ed episodi che ci fanno entrare da spettatori in un mondo reale, svelandone le luci e le ombre, il fasto della corte e la vita della gente che ruotava intorno ad essa. Tutto a dimostrare quanto la storia di Persano sia stata legata alla storia europea del ‘700 e dell’800. Eventi importanti sono stati intessuti a
Persano, quando la corte vi soggiornava. Accanto al rito della caccia, alle sue metaforiche implicazioni, si dà risalto allo studio del contesto territoriale ed amministrativo del sito, della sua importanza nel circuito dei siti reali borbonici, che non erano solo luoghi per il divertimento del Re e della sua corte, ma si ponevano come centri di sviluppo economico e
di sperimentazione agricola. Anche la costruzione di una capillare rete stradale, come quella prevista per Persano, contribuì alla valorizzazione di questa parte del Regno che si aprì, così, verso il Cilento.
Scrive l’autrice nella presentazione: “Come non immaginare il brulicare di vita e di operosità intorno alla Casina? Le squadre dei Cacciatori Reali, le modeste compagnie di teatranti Ebolitani … e saltimbanchi, poeti, feste incredibili organizzate dagli scenografi di corte per Natale o Capodanno con tanto di fuochi d’artificio e palloni aerostatici. E ancora: le fastose cacce, i cinghiali giganteschi, i cervi, i lupi, i bufali.”
Contenuti.
Il volume è diviso in tre parti, ognuna delle quali sviluppa un tema specifico.
La prima va dalla costruzione della Casina al 1816 e non trascura la rivoluzione del 1799, che anche a Persano lasciò la sua traccia dolorosa.
La seconda parte descrive la Corte, il cerimoniale della caccia, i viaggiatori, le testimonianze letterarie.
La terza riporta Biografie, vita quotidiana, cronache del sito Reale, i sovrani, i ministri, i funzionari, gli architetti, gli ingegneri, gli artisti legati a Persano.
Il testo si avvale di una nutrita appendice documentaria, di una tavola riassuntiva dei soggiorni Reali a Persano, documentati; di una vasta bibliografia e di foto della Casina e di alcuni progetti relativi alla sua costruzione.
Un testo scientifico, “ la Bibbia di Persano”, come lo ha definito la stessa autrice; un’opera completa cui fanno da cornice documenti dai quali si evincono i nomi degli abitanti dei paesi vicini che a Persano hanno lavorato, le somme loro dovute, le controversie con i cacciatori di frodo ed altri aneddoti e curiosità. Come quella che racconta del Principe
Alchimista Raimondo di Sangro il quale inventò un tessuto impermeabile donato al Re, pensato per la caccia invernale a Persano, notoriamente fredda e piovosa. Sono consapevole che quanto da me scritto non riesce ad illustrare come merita la valenza di questo volume. Un lavoro “concentrato” in 450 pagine di storia e di vita che si legge senza stancarsi. La ricchezza delle note, poi, lo arricchisce e fornisce altre notizie e
altre curiosità. Ci fa piacere concludere con le parole con le quali l’autrice chiude l’introduzione: ” Di malaria, acque, boschi, potere regale ed eterna bellezza è fatta quest’antica terra di Persano e ad essa, modestamente, restituisco un pezzo della sua grande storia.”
Il Volume è stato stampato con il Patrocinio del COSME (Centro-Osservatorio sul Mezzogiorno d’Europa)- Centro Interpartimentale di Ricerca dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”
Ha curato la presentazione Giuseppe Cirillo, Professore di Storia Moderna presso la Facoltà di studi Politici “J. Monnet” – Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
E’ stato pubblicato dal Centro Culturale Studi Storici – IL SAGGIO- Eboli.
Ci fa piacere, infine, ricordare che
CORTE BORBONICA E REAL CACCIA DI PERSANO
Rituali, cerimoniali, funzioni, vita quotidiana.
è stato presentato nel salone di rappresentanza del Reale Casino di Caccia di Persano il 24 Aprile 2018. Nessun luogo poteva essere più indicato per ospitare un evento così interessante ed importante non solo per coloro che hanno Persano nel cuore. La storia dei popoli passa attraverso la “storia minore”, quella vera, che parla della gente che la storia l’ha fatta o l’ha subita sulla propria pelle. Altro non aggiungo, perché, chi lo volesse, può
trovare la cronaca di questa bella serata, ampiamente documentata e commentata, in questo stesso sito.
Eboli, 27 marzo 2019.
La storia scritta nel marmo
di Alessandra Gallotta
L’esistenza e la storia di Persano sono strettamente legate ai Borbone. Tutti i documenti cartacei di quanto hanno realizzato i Borbone nel loro Regno sono consultabili negli archivi che li custodiscono. Ma ce ne sono altri, incisi nel marmo, che spesso non leggiamo, perché di essi ignoriamo addirittura l’esistenza. Nella nostra ricerca abbiamo trovato due di questi “documenti”, nei quali si fa riferimento a Persano.
La via di Persano
“Nel pomeriggio del 10 maggio 1734 un grandioso corteo rilucente di sete ricamate, di oro e di argento, attraversò le strade di Napoli, da Porta Capuana alla Reggia, tra musiche e salve di cannone. Il popolo faceva ala e applaudiva: ma non tanto all’indirizzo del diciottenne dai capelli biondi e dagli occhi celesti che faceva il suo ingresso a cavallo, quanto per incitare i cavalieri che, al suo fianco, gettavano manciate di monete. Quel diciottenne era don Carlo di Borbone, figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese ed entrava in città come re delle Due Sicilie, ponendo fine a 230 anni di malgoverno vicereale e instaurando quella dinastia che doveva rimanere sul trono di Napoli fino all’Unità d’Italia. ( tratto da Storia illustrata- speciale: ‘I Borboni in Italia’- ottobre 1965).” Due furono i problemi fondamentali che si posero al giovane Re: la trasformazione dello stato da feudale ad amministrativo, con l’ammodernamento dei sistemi e un riordinamento degli strumenti di governo per mitigare l’indigenza in cui versavano moltissimi dei suoi sudditi, e la definizione dei rapporti tra il Regno e la chiesa. Oltre alla revisione del catasto, al Codice Carolino, la Giunta di Commercio, Carlo istituì, prima in Europa, la Cattedra di Economia Politica presso l’Università di Napoli. Moltissime furono le opere e gli edifici che il Re volle restaurare e costruire. Una parte importante di esse furono le strade, e, tra queste, ci interessa quella che da Salerno conduce a Persano, sito reale destinato alla caccia, grande passione di Re Carlo. La via di Persano inizia da Portanova, e, guardando sull’arco della Porta in piazza Flavio Gioia, vi troviamo posizionata una lapide. Abbiamo trascritto il suo contenuto, lo abbiamo tradotto e la proponiamo agli amici di Persano nel Cuore.
POSUERUNT ME CUSTODEM
CAROLO BORBONI REGI INVICTISSIMO
UT AD PERSANUM VENATUM
PEREUNTI RECTIOR FORET CURSUS
HIC NOVAM ORNATIUS PORTAM
EXTRUXIT ORDO POPULUSQUE SALERNITANUS
ANNO MDCCLIV
POSERO ME COME CUSTODE
TUTTO IL POPOLO DI SALERNO
HA FATTO COLLOCARE, IN QUESTO LUOGO,
UNA PORTA NUOVA E PIU’ ELEGANTE
AFFINCHE’ FOSSE PIU’ AGEVOLE IL VIAGGIO
VERSO IL TERRITORIO DI CACCIA DI PERSANO
PER CARLO DI BORBONE, RE VITTORIOSO .
ANNO 1754
Una visita da ricordare
Ben conservata nel Monastero di Sant’Antonio Abate di Eboli, vi è una lapide che racconta della visita di Ferdinando IV e Maria Carolina di Borbone alle Benedettine, avvenuta il 4 gennaio 1774 durante una loro sosta a Persano, e documentata anche nel libro di Nadia Parlante “Corte Borbonica e Real Caccia di Persano”. Scrive l’autrice (pag.106) … “Solo alla Regina, però,fu concesso di infrangere la clausura e di intrattenersi brevemente con le monache nel chiostro, mentre il Re fu costretto ad aspettare nel parlatorio – al di là della grata di ferro, dove degustò i saporiti pasticcini di mandorle che gli erano stati offerti. La Regina fece dono alle suore benedettine di una preziosa pianeta con stola, tuttora custodita in monastero.” …
Anche per questo documento marmoreo vi proponiamo l’iscrizione in latino e la sua traduzione.
AETERNUM POSTERIS MONUMENTUM
QUOD
MARIA CAROLINA AUSTRIACA
AD GLORIAM NATAM
CUM AUGUSTO CONIUGE SUO
FERDINANDO IIII SICILIARUM ET HIERUSALEM REGE
AD PERSANICAM VENATIONEM PROFECTA
SACRAS HASCE AEDES
SUB NOMINE TUTELAQUE DIVI ANTONI ABBATIS
NOBILIUM VIRGINUM DIVI BENEDICTI LEGIBUS OBSEQUENTIUM
III IDUS IANUARIAS ANN MDCCLXXIIII
ADIVERIT
SUOQUE ASPECTU ET ORIS MAIESTATE
BEAVERIT
ISIDORO SANCHES DE LUNA PATRICIO NEAPOLITANO
EX EIUSDEM DIVI BENEDICTI FAMILIA
SALERNITANORUM ARCHIEPISCOPO
LOCI PRAESULE
ET DONATO CAMPAGNA EBOLITANI MUNICIPI PATRICIO
PRIMICERIO ET MONIALUM VICARIO
MARIA SCHOLASTICA CAMPAGNA
GERMANA HUIUS SOROR
ANTISTITA
MARMOREA TABULA FIRMATUM VOLVIT
NE TANTAE DIGNATIONIS DOMINAE INDULGENTISSIMAE
MEMORIA ELANGUESCAT
QUESTO MONUMENTO RICORDI AI POSTERI
IN ETERNO
CHE MARIA CAROLINA D’AUSTRIA,
NATA PER LA GLORIA,
CON IL SUO AUGUSTO CONIUGE
FERDINANDO IIII RE DELLE SICILIE E DI GERUSALEMME,
DIRETTA VERSO LA RISERVA DI CACCIA DI PERSANO
GIUNGERA’
IL IIII GENNAIO 1774
ALLA SACRA DIMORA
DELLE NOBILI VERGINI CONSACRATE ALLE LEGGI DI SAN BENEDETTO
POSTA SOTTO LA TUTELA DEL DIVINO SAN ANTONIO ABBATE,
E GIOIRA’
PER IL SUO ASPETTO E LA MAESTA’ DEL SUO PORTALE.
(CON) ISIDORO SANCHES DE LUNA, NOBILE NAPOLETANO,
DELLA STESSA FAMIGLIA BENEDETTINA,
ARCIVESCOVO DI SALERNO E PRESULE DI QUEL LUOGO,
E DONATO CAMPAGNA NOBILE EBOLITANO
PRIMICERIO E VICARIO DELLE MONACHE,
MARIA SCOLASTICA CAMPAGNA,
SUA SORELLA CARNALE,
MADRE ABBADESSA,
VOLLE GARANTIRE CON QUESTA MARMOREA TAVOLA
CHE NON ANDASSE PERDUTO IL RICORDO
DI UNA REGINA COSI’ INDULGENTE
Questi due pezzi di storia di Persano, gelosamente custoditi nel marmo, sono lì a ricordarci che il nostro piccolo, particolare, forse unico, “villaggio” ha svolto un ruolo fondamentale nella storia generale del Regno di Napoli, come ampiamente documentato da testi scritti da molti autori. Tra questi ci fa piacere ricordare, oltre a quelli pubblicati dal nostro Presidente, Antonino Gallotta, i lavori di:
Alessia De Santis “Carlo di Borbone e le eredità Medici Farnese”, di cui ci siamo già occupati;
Nadia Parlante “Corte Borbonica e Real Caccia di Persano – Rituali, cerimoniali, funzioni, vita quotidiana”, presentato a Persano il 14 aprile 2018 e del quale parleremo sul nostro sito;
Giovanni Pisano e Serena Pisano “ Vanvitelli e Hackert a Persano con i Borbone”, il cui contenuto sarà portato a conoscenza dei nostri amici che ci seguono attraverso il sito.
Sono tutti testi molto interessanti, perché ricchi di fotografie e fonti storiche e documentarie. Non anticipo altro. Mi auguro che abbiate il desiderio di leggere e la pazienza di aspettare.
Per “Persano nel Cuore” Alessandra Gallotta.
Carlo di Borbone e le eredità Medici e Farnese
Testo di Alessandra Gallotta
Alessia De Santis ci consegna un libro interessante, non celebrativo, della figura di Carlo di Borbone, e apporta nuovi elementi di conoscenza del carattere e della sensibilità di questo Re che salì giovanissimo sul trono del Regno di Napoli. Egli ebbe a cuore il suo Regno, tanto da “creare modelli produttivi, che dovevano fungere da propulsori dell’emancipazione proficua del territorio”. Ma Carlo, consapevole anche che l’arte e la cultura dovevano camminare di pari passo con l’economia, “aveva saputo creare, a Napoli, la Bellezza, come l’avevano saputo fare i suoi antenati, i Medici e i Farnese, in tutta Italia”. La storia di Carlo di Borbone, erede dei Medici e dei Farnese, ha le sue radici nel Quattrocento e nel Cinquecento italiani. Una storia ricca di passioni e di intrighi, raccontando la quale si riesce a comprendere l’eredità morale di Carlo e l’amore per l’arte, che tanto deve al mecenatismo delle sue famiglie di origine. Arte non fine a se stessa, ma ambasciatrice di buon gusto e di eleganza, di ricchezza e di cultura, che, nel caso del Rinascimento Italiano, molto ha influenzato il mondo di quel tempo. Questo libro dimostra, rifacendo la storia dei musei italiani, che l’arte e i principali siti UNESCO italiani sono uniti da un’unica matrice che ci riporta alle grandi famiglie illuminate del Rinascimento della nostra penisola. Non a caso il libro si apre con questa frase: “Nel 1738, a Firenze fu emanato un editto: “l’emigrazione dei toscani verso Napoli fu vietata. Il granduca Francesco Stefano di Lorena provava così a fermare l’emorragia che stava dissanguando di forza vitale il dominio che era stato dei Medici. Molti lasciavano Firenze per accorrere alla corte Napoletana dell’ultimo erede delle grandi famiglie rinascimentali, quel Carlo di Borbone nelle cui vene scorreva, per parte di madre, sia il sangue dei Medici che quello dei Farnese.” Ed è interessante scoprire , continuando a leggere, il perché di questo spostamento dell’asse culturale del ‘700 verso Napoli, a soli 4 anni dall’insediamento sul trono di Carlo di Borbone.
Ho letto con voracità, salvo poi a ritornarci con curiosità, questo libro che Alessia De Santis consegna a coloro che hanno a cuore di conoscere la storia vera, quella che non esalta i vincitori, ma rende giustizia alla saggezza e alla lungimiranza di un sovrano illuminato che ha saputo fare grande un regno impoverito e immiserito da secoli di assoggettamento a conquistatori stranieri. Il libro si divide in tre parti, con 3 appendici e una ricca bibliografia, che dimostra quanto abbia ricercato e studiato l’autrice, per offrirci un testo intenso e interessante sapientemente “condensato” in solo 148 pagine. Nulla viene tralasciato e la forma, scorrevole e chiara, ci accattiva fin dalle prime pagine. Da Elisabetta Farnese, madre di Carlo, alle guerre di successione polacca, tra intrecci familiari per mantenere dinastie o crearne altre, si va delineando quel “filo sottile … che ha posto in relazione quelli che oggi sono musei come la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti a Firenze, la Galleria Corsini e i Musei Capitolini a Roma, tutti i siti borbonici a Napoli e dintorni.” E non manca, finalmente, la sottolineatura di come le donne, tra le quali Elisabetta Farnese e Maria Teresa d’Austria, hanno scritto parte della storia d’Europa.
Le attività di Persano nel Cuore nel 2018 nel resoconto di Alessandra Gallotta
Testo di Alessandra Gallotta
Le attività di “Persano nel cuore” nel 2018.
Ai nostri soci che ci sostengono, ovunque essi siano, vogliamo menzionare le attività che l’Associazione ha portato avanti nel 2018. E’ stato, questo, un anno che ha visto prevalere le attività culturali rispetto ad altro tipo di manifestazioni, per motivi dovuti agli impegni dei militari.
Non si sono potuti organizzare eventi che prevedevano un alto numero di partecipanti, da svolgere nel cortile della nostra Casina, come la “festa” per la Madonna delle Grazie. Ma il 2018 è stato un anno importante per noi. Dal 1 gennaio, infatti, ci è stata concessa in locazione, tramite permuta, una stanza al primo piano del Real Casino di caccia di Persano, segno di stima e degli ottimi rapporti che intercorrono tra “ Persano nel cuore” e il reggimento logistico “Garibaldi”, con cui stiamo collaborando da circa dieci anni. Stanza che stiamo allestendo con oggetti e foto e tutto quanto i soci mettono a disposizione per mantenere viva la nostra storia e la nostra cultura. In breve ecco l’elenco delle nostre attività:
-24 marzo, con il convegno “La caccia a Persano ai tempi dei Borbone”. Relatore il dottor Auzino.
– 24 aprile, presentazione del libro della nostra socia Nadia Parlante “Corte Borbonica e Real Caccia di Pesano”.
– 5 maggio, presentazione del libro “La prima luce del giorno” di Giampiero Indelli, il fautore dell’oasi wwf di Persano. Presente anche Grazia Francescato.
– 6 maggio, gita culturale a Santa Maria Capua Vetere.
-17 giugno, gita culturale a Trisulti, Alatri e Boville Ernica.
-7 luglio, omaggio alla Madonna delle Grazie.
-22 settembre, convegno “ La dieta mediterranea e le sfide della nutrizione oggi”. Relatori. Prof. Pasquale Strazzullo e Maria Grazia La Gloria.
-20 ottobre, convegno “Il purosangue inglese”. Relatore il dottor Auzino.
-21 ottobre, gita culturale a Benevento.
– 16 dicembre, gita culturale alla Salerno longobarda.
Ricordiamo anche che il nostro socio Biagio Catalano, delegato da “Persano nel Cuore”, ha partecipato agli incontri che si sono svolti a Napoli tra i rappresentanti dei siti Reali Borbonici.
Come potete vedere, è stato un anno denso di attività, grazie al lavoro dei soci, che hanno materialmente organizzato gli eventi, e a quelli che, con la loro presenza, hanno reso possibile la loro riuscita. Noi cerchiamo di lavorare bene e ci conforta sapere che ci sostenete. Cerchiamo di portare avanti i nostri impegni con lo “stile sobrio e signorile” che ci ha riconosciuto Giampiero Indelli, dal quale stile dipende la nostra credibilità e che rappresenta la forza di coesione che ci sostiene, malgrado la lontananza di molti di noi. Grazie.
Antonino Gallotta riconfermato Presidente di “Persano nel Cuore
L’assemblea ordinaria dei soci del 27 dicembre ha riconfermato il consiglio direttivo in carica che a sua volta ha confermato alla carica di Presidente dell’associazione per il prossimo triennio, Antonino Gallotta . Il consiglio direttivo di “Persano nel Cuore” è dunque costituito dal Presidente Antonino Gallotta e dai consiglieri Fausto Bolinesi, Maria Rosaria Cusati, Alessandra Gallotta (che è anche segretaria dell’Associazione), Antonio Magrini.
Alla scoperta del cuore nobile e antico di Salerno
Testo e foto di Fausto Bolinesi
Sapere che ci avrebbe guidato nella scoperta della Salerno normanna e longobarda Felice Pastore, presidente del Gruppo Archeologico Salernitano, era già di per sé una garanzia. Tuttavia, accanto alla soddisfazione mista all’orgoglio e a un pizzico di vanità che l’avere a disposizione una tale guida ci procurava, c’era il timore, seppure remoto, che abituati alle guide professioniste, alla fine non saremmo stati contenti. E invece Felice si è dimostrato professionale come una guida professionista, ma grazie alla sua profonda cultura e conoscenza della storia e dell’arte a alla sua naturale semplicità, la sua spiegazione, priva di ogni connotazione noiosa o pedante, si è trasformata in un racconto avvincente: un vero tuffo nel passato che ci ha fatto rivivere la Salerno medievale facendocela letteralmente scoprire ancora presente in alcuni angoli della città. Una città in cui ci ripromettiamo di tornare con la stessa guida anche perché non siamo riusciti, per motivi di tempo, a visitare la Cattedrale di San Matteo. Non perché fossimo arrivati tardi: la ormai mitica precisione nella tempistica delle gite che organizza la nostra insostituibile Maria Rosaria Cusati anche questa volta ha fatto sì che una Salerno soleggiata e limpida ci vedesse addirittura in anticipo all’appuntamento sotto i portici del Palazzo di città presso cui il pullman ci ha lasciati, tanto che ci siamo permessi una visita fuori programma alla Villa comunale. La sosta per il pranzo a Villa Amelia, per l’occasione messa a disposizione tutta per noi, ha confermato, anzi ha superato, quanto di buono già ci aveva offerto in una precedente occasione: un ambiente elegante, arredato con gusto, luminoso che evidentemente ispira lo chef Paolo che, dopo gli antipasti e gli eccellenti “paccheri” del primo, si è letteralmente superato preparando un arrosto che resterà a lungo tra i più felici ricordi delle nostre papille gustative. Come felice e sereno resta il ricordo di una giornata trascorsa fra amici che diventano sempre più tali. Una giornata bella anche perché arricchita da coloro i quali si sono aggiunti alla famiglia di “Persano nel Cuore” più di recente e che sono già nostri amici.
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